Uso della Cannabis Medica in Italia: Aggiornamenti dell’Istituto Superiore di Sanità

Istituto Superiore di Sanità

Gli Aggiornamenti dell’Istituto Superiore di Sanità sull’Uso della Cannabis Medica: Monitoraggio delle Prescrizioni Magistrali (2019-2024)

L’Istituto Superiore di Sanità (ISS) ha recentemente fornito importanti aggiornamenti sull’uso della cannabis per scopi medici in Italia, basati sui dati raccolti nel periodo 2019-2024. Questi dati, raccolti grazie al Monitoraggio delle prescrizioni magistrali di cannabis, permettono di tracciare l’andamento e l’efficacia di questa terapia innovativa, in accordo con il Decreto del 9 novembre 2015 che regolamenta l’uso medico della cannabis.

Il Decreto del 2015 e la Raccolta dei Dati

Il decreto stabilisce che le Aziende Sanitarie Locali (ASL) sono responsabili della raccolta delle prescrizioni, includendo informazioni dettagliate come età, sesso, posologia, e gli esiti del trattamento. I dati devono essere trasmessi in forma anonima al Ministero della Salute e all’ISS, che si occupa del monitoraggio complessivo delle prescrizioni. A supporto di questa iniziativa, è stata creata una piattaforma informatica a cui accedono i medici prescrittori, previa autorizzazione da parte delle Regioni o delle ASL.

Questa piattaforma consente di raccogliere informazioni relative alle caratteristiche degli utilizzatori, i prodotti prescritti, la posologia giornaliera, e la durata del trattamento. Nel gennaio 2025, oltre 2.500 prescrittori erano accreditati sulla piattaforma, provenienti da 19 Regioni e dalle Province Autonome di Trento e Bolzano.

I Dati sulle Prescrizioni dal 2019 al 2024

Tra il 2019 e il 2024, sono state registrate circa 100.000 prescrizioni magistrali di cannabis per uso medico. Circa 28.000 persone hanno ricevuto almeno una prescrizione, con un’età media di 60 anni e una maggiore prevalenza del sesso femminile, con un rapporto femmine/maschi pari a 2,3. È interessante notare che il 36% degli utilizzatori ha più di 65 anni, mentre solo il 9% ha un’età inferiore ai 40 anni.

In media, ogni utilizzatore ha ricevuto circa 3,5 prescrizioni nel corso dei sei anni di osservazione, con due prodotti contenenti diverse percentuali di THC e CBD che rappresentano oltre il 60% delle prescrizioni. Questi dati suggeriscono un uso mirato e specifico della cannabis medica, in relazione alle diverse esigenze terapeutiche dei pazienti.

I Medici Prescrittori e le Modalità di Impiego

La maggior parte dei prescrittori sono medici specialisti, tra cui anestesisti, terapisti del dolore, reumatologi, neurologi, e oncologi, che seguono le modalità di impiego indicate nel decreto ministeriale del 2015. La principale modalità di utilizzo della cannabis medica riguarda il trattamento del dolore cronico, che rappresenta circa il 78% dei casi. Inoltre, il 20% dei trattamenti riguarda l’uso della cannabis nell’analgesia di patologie con spasticità, come la sclerosi multipla. Altri impieghi, sebbene minori, includono l’uso come anticinetosico, antiemetico, e stimolante dell’appetito.

Variabilità nei Dosaggi e Integrazione con le Terapie Tradizionali

Un aspetto significativo emerso dal monitoraggio riguarda la variabilità nei dosaggi utilizzati, sia per la prescrizione iniziale che durante il trattamento. Questo suggerisce una personalizzazione della terapia, che si adatta alle esigenze individuali dei pazienti. Inoltre, come previsto, nel 80% dei casi, la cannabis viene utilizzata in integrazione con la terapia tradizionale, confermando la sua funzione complementare in un approccio terapeutico globale.

Limitazioni e Considerazioni Finali

È importante sottolineare che i dati raccolti non rappresentano la totalità delle prescrizioni di cannabis in Italia, poiché non tutte le Regioni hanno legato il rimborso del trattamento da parte del Servizio Sanitario Regionale (SSR) alla registrazione delle prescrizioni sulla piattaforma web. Questo potrebbe portare a una sottostima delle prescrizioni effettive, ma comunque fornisce un quadro utile per comprendere l’evoluzione dell’uso della cannabis medica nel nostro paese.

I dati raccolti dall’Istituto Superiore di Sanità sul monitoraggio delle prescrizioni magistrali di cannabis per uso medico offrono una panoramica dettagliata sull’andamento di questa terapia in Italia. Con circa 100.000 prescrizioni registrate dal 2019 al 2024 e una crescente diffusione tra i pazienti, la cannabis medica si sta affermando come una valida opzione terapeutica, soprattutto per il trattamento del dolore cronico e delle patologie con spasticità. Tuttavia, la variabilità dei dosaggi e l’integrazione con le terapie tradizionali sottolineano la necessità di un approccio personalizzato e monitorato, che assicuri la massima efficacia e sicurezza per i pazienti.

Sospette reazioni avverse a preparazioni magistrali di cannabis (luglio-dicembre 2024)

Un altro aggiornamento significativo riguarda la sorveglianza delle sospette reazioni avverse associate all’uso medico della cannabis. Nel periodo che va dal 1 luglio al 31 dicembre 2024, i dati raccolti mostrano una notevole riduzione nelle segnalazioni di eventi avversi, con solo una nuova segnalazione rispetto alle due del semestre precedente. Questo suggerisce un miglioramento nel monitoraggio della sicurezza dei trattamenti a base di cannabis.

La segnalazione pervenuta è stata valutata dal sistema di fitosorveglianza, ma la correlazione causale è stata considerata come “non classificabile“, indicando che non ci sono evidenze sufficienti per attribuire direttamente l’evento avverso all’uso di cannabis. Questi risultati sono positivi e confermano la crescente sicurezza dell’utilizzo della cannabis per scopi medici.

Conclusioni

Gli aggiornamenti recenti provenienti dall’Istituto Superiore di Sanità evidenziano una continua evoluzione dell’uso della cannabis medica in Italia. Le prescrizioni sono in aumento e vengono somministrate principalmente per il trattamento del dolore cronico e per la gestione di malattie con spasticità. Nonostante la variabilità nei dosaggi, l’integrazione con altre terapie tradizionali rimane prevalente, a testimonianza della sua efficacia come trattamento complementare.

Inoltre, i dati sulla sicurezza sono rassicuranti, con una significativa riduzione delle segnalazioni di reazioni avverse, contribuendo a consolidare l’uso della cannabis medica come una valida opzione terapeutica. Con il continuo monitoraggio e l’approfondimento delle ricerche, l’Italia si sta avvicinando sempre di più a una gestione ottimale e sicura di questo trattamento.

Per maggiori dettagli, è possibile consultare i documenti ufficiali sull’uso medico della cannabis pubblicati dall’ISS.

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