#LIVESOCIAL video intervista Santa Sarta vicepresidente Comitato Pazienti Cannabis Medica
Il 22 luglio, solo qualche giorno dopo aver registrato questa video intervista il Comito Pazienti Cannabis Medica ha avuto un incontro video via web con il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri per discutere delle tante problematiche che affliggono coloro che vogliono o devono curarsi con la cannabis medica che avete ascoltato in questo video. Ancora oggi, in particolar modo quest’anno a causa del coronavirus, la carenza di cannabis per i pazienti rimane un problema grave e irrisolto.
Il nostro appello alle Istituzioni <<video>>
Per garantire ad ogni paziente il diritto alla Cura, il Comitato ha rilevato alcune criticità del settore, che vi riportiamo di seguito, nella speranza che il suo intervento possa contribuire ad alleviare le sofferenze di tanti pazienti, garantendo ad ogni cittadino di non essere discriminato in base alla propria malattia, o ancora più tristemente, giudicato in base alla terapia necessaria a contrastarla.
Carenza e lotta all’illegalità
L’attuale quantità disponibile di Cannabis in Italia non è sufficiente a soddisfare i bisogni dei pazienti. Solo nel momento in cui verrà garantita la continuità terapeutica a tutti i pazienti, la possibilità di curarsi con prodotti standardizzati e di qualità, senza attese interminabili, stop burocratici e incertezza sulle norme, lo Stato italiano riuscirà a contrastare efficacemente il ricorso dei cittadini al mercato illegale.
Approvvigionamento e rispetto della patologia
L’attuale sistema di approvvigionamento poggia sulla produzione dello Stabilimento Chimico farmaceutico Militare di Firenze e sulle importazioni dall’Olanda e dall’estero non riuscendo tuttavia a garantire, purtroppo, una adeguata quantità e varietà di prodotto. Per noi pazienti è difficile accettare che lo Stato si rifiuti di comprendere che ogni volta che un paziente utilizza una tipologia di cannabis medica differente da quella che il medico ha inizialmente pensato per lui, i benefici che il paziente ne deriva sono considerevolmente inferiori, quando non nulli. Come pazienti, chiediamo che lo Stati non ci chieda di decidere tra curarci male o non curarci affatto, assumendosi la responsabilità di organizzare l’approvvigionamento di cannabis pensando alle reali esigenze del paziente e non a terminare le scorte dello SCFM prima di procedere a nuovi acquisti.
Armonizzare la disciplina della rimborsabilità su tutto il territorio nazionale
La malattia non ha residenza, eppure, il trattamento riservato ad un paziente che necessita della cannabis è molto diverso in ogni Regione d’Italia. Armonizzare su tutto il territorio nazionale la platea delle patologie per le quali è prevista la rimborsabilità della cannabis terapeutica non dovrebbe essere una scelta politica ma un obbligo morale. I sintomi non conoscono confini, non dovrebbero conoscerne neanche le cure.
Accesso alla cura e formazione
A differenza di ogni altra patologia, le persone che hanno diritto ai trattamenti con cannabis terapeutica non riescono facilmente a trovare medici disposti a prescrivere le terapie di cui hanno bisogno o una farmacia in grado di preparare in modo adeguato le ricette galeniche. L’attività di informazione operata dal Comitato può essere sufficiente a sensibilizzare la comunità locale ma è la politica che ha il compito di permettere il progresso dell’intera comunità. Chiediamo dunque allo Stato di prendere in carico le nostre richieste e garantire a medici e farmacisti l’adeguata formazione sulla materia.
Ricerca
Chiediamo allo Stato di agevolare la ricerca in materia, permettendo a centri di ricerca e alle università di approfondire l’efficacia dell’impiego della cannabis, garantendo l’adeguata ricerca e sperimentazione sulla qualità e la sicurezza della cura anche attraverso l’approvvigionamento dell’adeguata quantità di ogni varietà di cannabis utilizzata in Italia per trattare i pazienti.
L’INDAGINE DEL COMITATO PAZIENTI CANNABIS MEDICA <<video>>
Il 13 giugno 2019, il comitato pazienti cannabis medica ha lanciato un questionario per raccogliere le testimonianze dei pazienti trattati con cannabis medica. Il questionario è stato compilato da 259 pazienti di età compresa tra 2 e 87 anni residenti in Italia. L’indagine evidenzia che le varietà di cannabis più utilizzate dai pazienti sono: Bedrocan 55.34%, Bediol 25,3%, Pedanios 22- 12,65%, FM2 15.42%, Bedica 14.23%, Bedrolite 14%, FM1 3.16%, Aurora 1/12 1.58% e Bedrobinol 0.79%. La categoria “Altro” (cioè in attesa di prescrizione, epidolex, prodotti commerciali cbd e mercato nero) costituiva il 21,34%.
Il 70% degli intervistati è stato trattato con cannabis medicinale per oltre 12 mesi, 17% per 3 a 12 mesi, 8% per 1 a 3 mesi e 3% per meno di un mese. La via di somministrazione più comune è risultata essere il consumo orale. 54% degli intervistati ha riferito utilizzo di olio, 35.5% vaporizza la propria cannabis medicinale, 27% fumo, 16% utilizzare un decotto, 9.65% prende capsule orali, 4.63% utilizza crema topica (gel transdermico), solo il 3.09% hanno segnalato di utilizzare un dispositivo medico per l’inalazione mentre 1.93% utilizzare supposta rettale.
Il dolore cronico è stato segnalato come il motivo principale per l’uso di cannabis medicinale. Il 42% degli intervistati usa la cannabis come medicina per il dolore cronico, il 34% per la fibromialgia, il 14% per l’artrite e il 10% per l’epilessia. Il 98,84% degli intervistati è d’accordo e sostiene la ricerca scientifica sulla cannabis terapeutica in Italia. La maggior parte dei partecipanti (83,78%) ritiene che i propri diritti all’accesso alla cannabis medicinale non siano protetti e l’88% ritiene che gli operatori sanitari abbiano bisogno di ulteriore istruzione sulla cannabis.
Di seguito il risultato delle survey: “”Comitato pazienti cannabis medica emergenza COVID-19″
Al questionario hanno partecipato 53 pazienti provenienti da tutte le regioni italiane. L’età dei partecipanti variava da 0 a 74 anni, tuttavia, la maggioranza (47%) hanno un’età compresa tra i 25 e i 44 anni.
Il rimborso varia. Il 39% dei pazienti è coperto dal sistema sanitario regionale gratuito, mentre il 47% dei pazienti paga di tasca per le terapie a base di cannabis medicinale. 7% dei partecipanti è caduto nella categoria “Altro”, il che significa che sono in attesa di una prescrizione, che stanno utilizzando cbd commerciale o prodotti del mercato nero.
Le varietà di cannabis più utilizzate dai pazienti sono: Bedrocan 47.17%, Bediol 13.21%, Pedanios- – 1 7,55%, FM2 5.66%, Bedrolite 3.77%, Aurora 1.89% e Bedica 1.89%.
L’accesso alla cannabis medicinale è stato difficile durante la crisi. Il 54,72% dei partecipanti ha riferito che era difficile ottenere una prescrizione e/o accedere alla medicina della cannabis durante l’emergenza, mentre il 30% ha dovuto sostituire la propria varietà con un’altra a causa della mancanza di disponibilità. Altre motivazioni i pazienti segnalati per aver cambiato la loro cultivar sono stati l’inefficacia del prodotto attuale (9%), gli effetti collaterali (3,77%) istruzioni del medico (1,89%).
il 54,84% dei pazienti ha riferito un’efficacia comparabile dopo aver sostituendo una varietà di cannabis medicinale con un’altra; Il 25,81% dei pazienti evidenzia la nuova cultivar come con effetti migliori; Il 9,68% dei pazienti ha riferito che l’efficacia della nuova terapia è peggiore; Il 6,45% ha riferito che l’efficacia della nuova terapia è notevolmente migliore; e il 3,23% ha citato l’efficacia della nuova terapia come notevolmente peggiore.
La sostituzione delle varietà di cannabis terapeutica si è verificata tra le seguenti varietà: 50% dei pazienti sostituiti bedrocan con Pedanios 22/1, Il 19,23% ha sostituito Pedanios 22/1 con Bedrocan, il19,23% ha sostituito Bediol con FM2, il 3,85% ha sostituito FM2 con Bediol, il3,85% ha sostituito Bedrolite con Aurora 1,12 e il 3,85% ha sostituito Aurora 1/12 sostituito da Bedrolite..
La maggioranza degli intervistati (52,83%) problemi segnalati per quanto riguarda la continuità terapeutica.